V. 56 N. 2 (2018)
Articoli

La concezione semiologica della lingua secondo Marzolo tra naturalismo e comparativismo nell'Analisi della parola (1859 [1847]-1863)

Francesca M. Dovetto
Università degli Studi di Napoli Federico II
Biografia

Pubblicato 2018-12-20

Parole chiave

  • storia della linguistica,
  • linguistica del XIX secolo,
  • origine del linguaggio,
  • comparativismo

Abstract

Paolo Marzolo (1811-1868) fu medico fisiologo e linguista. La formazione e la duplice professione conferiscono un impronta particolare al pensiero e alla produzione scientifica di Marzolo, concentrata in una pubblicazione monumentale (Monumenti storici rivelati dall'analisi della parola, 1859-1866), perlopiù dimenticata nelle storie della linguistica. Marzolo operò in pieno comparativismo; partendo dall'anatomia e dalla fisiologia umana, arrivò a sostenere che la lingua non fosse prodotto di convenzione ma, piuttosto, naturale, e ne fissò le fasi originarie in automatismo (suoni che naturalmente vengono pronunciati per primi: labiali e linguali), patema (elementi interiettivi) e imitazione (onomatopee). Il suo pensiero e la sua opera meritano di essere recuperati soprattutto per alcuni aspetti, funzionali a una migliore descrizione e comprensione della riflessione linguistica italiana nell'Ottocento, tra cui la dimensione internazionale degli studi linguistici; l'approccio comparativo allo studio delle lingue, per quanto segnato da una prospettiva marcatamente naturalista; la prospettiva semiologica e l'attenzione, straordinaria in questi anni, per le patologie del linguaggio.

Keywords: history of linguistics; language origins; linguistic naturalism; language pathologies

 Paolo Marzolo (1811-1868) was a medical physiologist and linguist. Marzolo's peculiar training and dual professions confer a particular imprint on his thought and scientific production, which is concentrated in a monumental publication (Monumenti storici rivelati dall'analisi della parola, 1859-1866), mostly forgotten in the histories of linguistics. Marzolo worked when the linguistic comparativism was at its zenith; starting from anatomy and human physiology, he came to claim that language was not a product of convention but rather a natural one, and fixed its original phases in automatism (sounds that are naturally pronounced first: labial and lingual), patema (interjective elements) and imitation (onomatopoeia). His thought and his work deserve to be rediscovered, above all for some aspects which are functional to a better description and understanding of Italian linguistic reflection in the nineteenth century; these include the international dimension of linguistic studies, the comparative approach (although marked by a naturalist perspective) to the study of languages, the semiological perspective, and lastly the attention, extraordinary in these years, for language pathologies.

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